Mi sto a cuore | Fumo
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Fumo

E’ noto a tutti che l’abitudine al fumo provoca gravi danni alla salute, ma ciononostante sono ancora moltissime le persone che fumano. Probabilmente le cause di questo fenomeno vanno ricercate anche in motivazioni di tipo psicologico e sociale: si inizia a fumare per emulazione nel gruppo di appartenenza, per affermare indipendenza, raggiungimento dell’età adulta o di una condizione sociale ritenuta più elevata, ecc. Bisogna pertanto insistere con le campagne antifumo scoraggiando soprattutto i giovani dall’iniziare l’abitudine al fumo, e far sì che il fumo sia percepito come qualcosa di “fuori moda” e socialmente disapprovato, e bisogna insistere molto sulla conoscenza dei danni alla salute provocati dal fumo.

 

Danni del fumo

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) considera il fumo come uno dei più gravi problemi di salute pubblica nel mondo. Si calcola che 20 sigarette al giorno riducano di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni; e si stima che di 1000 maschi adulti che fumano, 250 (cioè 1 su 4) saranno uccisi per patologie correlate al fumo. Il rischio di avere danni più o meno gravi è correlato ai seguenti fattori: età di inizio, numero di sigarette, numero di anni di fumo, inalazione più o meno profonda del fumo.

 

Nel fumo di tabacco sono riconoscibili più di 7000 sostanze chimiche, di queste 250 sono riconosciute come dannose per la salute (come l’ossido di carbonio, l’acido cianidrico e l’ammoniaca), e, di queste, almeno 69 sono cancerogene. Tra queste: acetaldeide, amine aromatiche, arsenico, benzene, benzopirene, berillio, butadiene, cromo, cumene, ossido di etilene, formaldeide, nickel, polonio210, idrocarburi aromatici policiclici, nitrosamine specifiche del tabacco, cloruro di vinile.

 

Il fumo inoltre genera dipendenza fisica perché la nicotina, presente nelle piante del tabacco, ha un’azione farmacologica che crea dipendenza, in maniera del tutto simile alla dipendenza provocata da sostanze come l’eroina e la cocaina.

 

In Italia si stima che il fumo sia responsabile del 91% di tutte le morti per cancro del polmone negli uomini e del 55% nelle donne, per un totale di circa 30.000 morti all’anno.

 

Il tabacco causa molti tipo di cancro tra i quali: polmone, laringe, cavità orale, esofago, vescica, rene, fegato, stomaco, pancreas, colon-retto, cervice uterina, leucemia mieloide acuta.

 

Il fumo non è responsabile solo dell’ insorgenza di neoplasie maligne, ma anche di altre malattie croniche broncopolmonari e di malattie cardiovascolari: bronchite cronica ed enfisema (l’80-85% sono dovute al fumo), aumentata incidenza e gravità di episodi asmatici ed infezioni polmonari, infarto e malattie coronariche (il fumo è associato al 30% delle morti causate da queste malattie), stroke (colpo apoplettico), aneurisma aortico, riduzione della potenza sessuale nell’uomo.  Altri danni che il fumo può provocare o rendere più probabili sono: invecchiamento della pelle, diabete, osteoporosi, artrite reumatoide, degenerazione maculare correlata all’età, cataratta.

 

E’ stata osservata una relazione tra fumo e rischio di declino mentale e sono ben documentati i danni sulla donna in gravidanza: riduce la possibilità di rimanere incinta, aumenta il rischio di aborti, di parti prematuri e di avere neonati sottopeso.

 

Fumo passivo

Il fumo cosiddetto passivo è una combinazione del fumo derivante direttamente dalla combustione del tabacco e del fumo esalato dai fumatori. E’ stato classificato come cancerogeno perché è stato riconosciuto che può causare tumori del polmone nei non fumatori che vivono insieme a fumatori.  In USA si calcola che muoiano 7300 persone all’anno per cancro del polmone dovuto al fumo passivo; in Italia si calcola che ci sia il rischio di 1 morto per tumore del polmone ogni 1000 persone esposte a fumo passivo (stima nettamente inferiore ai 380 morti ogni 1000 fumatori, ma poco accettabile trattandosi di non fumatori).

 

La esposizione al fumo passivo può aumentare il rischio di malattie cardiache e di stroke in percentuali del 20-30%, soprattutto a causa della nicotina e del monossido di carbonio. Il fumo passivo in gravidanza può provocare una riduzione di peso del feto. Nei bambini il fumo passivo può aumentare il rischio di  sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), otiti, polmoniti, bronchiti, può peggiorare la sintomatologia asmatica, può portare a minor sviluppo dei polmoni e a gravi danni respiratori.

Effetti dello smettere di fumare:

 

  • ritorno alla normalità del ritmo cardiaco e della pressione che erano alterati quando si fumava
  • nel giro di poche ore cominciano a ridursi i livelli di monossido di carbonio nel sangue con miglioramento nella ossigenazione di tutti gli organi
  • nel giro di poche settimane miglioramento circolatorio e cessazione della tosse
  • nel giro di alcuni mesi miglioramento sostanziale della funzionalità respiratoria
  • nel giro di qualche anno riduzione del rischio di ammalarsi di cancro e malattie cardiovascolari
  • chi smette di fumare avrà un miglioramento dell’odorato e del gusto

Chi ha smesso di fumare avrà presto un aspetto migliore perché il viso appare più disteso, gli occhi più limpidi, l’alito più fresco, i capelli non impregnati di fumo e il colorito più roseo.

 

I benefici a lungo termine consistono nella riduzione del rischio di ammalarsi di cancro o di malattie cardiovascolari. Un fumatore che smette di fumare prima dei 40 anni riduce del 90% il proprio rischio di morire prematuramente, quello che smette tra i 45 e i 54 anni riduce il proprio rischio di morte prematura di circa due terzi.

 

A qualsiasi età si smette di fumare si hanno dei benefici in termini di aspettativa di vita: chi smette tra i 25 e i 34 anni ha un beneficio di circa 10 anni di vita, chi smette tra i 35 e i 44 ha un beneficio di circa 9 anni, chi smette tra i 45 e i 54 anni ha un beneficio di circa 6 anni, chi smette tra i 55 e i 64 anni ha un beneficio di circa 4 anni.

 

Smettere di fumare riduce il rischio di ammalarsi di cancro, tanto più quanto più precocemente si smette.

 

Perché è così difficile smettere di fumare?  Ci sono motivi psicologici, ma c’è soprattutto la dipendenza fisica. Se uno vuole smettere di fumare è bene che sappia che già dopo una settimana si attenuano i sintomi da astinenza, che scompaiono gradualmente, e, d’altra parte,  far conoscere i benefici anche immediati della astinenza dal fumo. Per questo sono importanti i centri antifumo che, oltre ad una completa informazione di tipo sanitario,  possono affrontare i motivi psicologici che rendono difficile la scelta di smettere e possono aiutare ad affrontare i sintomi da astinenza, dando i consigli giusti.

 

(fonti: Ministero della Salute; National Cancer Institute, USA, 2017)